LA
FACCIATA
Presenta una struttura ripartita
in tre distinti piani: nel 1° vi sono i
portali d'accesso, nel 2° quattro finestre e
una porta che dà sul balcone, nel 3° il
frontone. L'architetto Cristoph Tausch, cui si deve il progetto,
cercò di movimentare l'insieme con un gioco di chiaroscuri,
giostrando con l'alternanza di pilastri e colonne emergenti dalla parete di
fondo, effetto che si nota in maniera potente al primo piano. Al
1° piano della facciata sono collocati, oltre ai
portali,6 finestre e tre nicchie che accolgono
altrettante statue. Il tutto è movimentato, da
4 pilastri e tre colonne a tre quarti che danno alla
facciata una scompartimentazione piuttosto regolare in senso orizzontale.
La nicchia sovrastante il portale a sinistra ospita San Giuseppe col bambino,
quella a destra San Giovanni Battista, quella in centro, di
fattura decisamente più elaborata, Sant’Ignazio da Loyola. La
prima è opera di Giovanni Pacassi o Paolo Callalo, mentre le altre
due sono da attribuirsi ad Antonio Gai. Le maestose porte in rame
sono di Erminio Fabris, che le eseguì nel 1932 probabilmente su commissione
di Silvano Baresi. Le pareti laterali non presentano decorazioni, a
parte la dentellatura sotto ai bordi del tetto e i profili delle finestre |
L'INTERNO
L'interno
maestoso è strutturato secondo una
ricerca della solennità tipica del barocco. Si tratta di una navata
centrale molto alta ed ariosa, a cui si innesta quasi senza soluzione di
continuità il presbiterio, della stessa altezza. Ai lati della navata,
6 cappelle
separate da pareti divisorie; queste terminano con
pilastri
raddoppiati con capitelli decorati da
volute e rilievi di foglie d'acanto.
La volta è a botte. In sostituzione della cupola, presente il matroneo (struttura tipica delle chiese gesuitiche).
La navata
centrale
La chiesa presenta una pavimentazione
recente a scacchi bianchi e rossicci, in sostituzione a quella bianca
e nera risalente al 1832. Appena si entra dal
grande portale, si nota sulla parete una lapide commemorante la
consacrazione della chiesa
(probabilmente non si tratta dell'originale).
Il soffitto presenta affreschi
dell'udinese
Lorenzo Bianchini, che li eseguì nel
1891. Nei
4 riquadri che, partendo dall'ingresso, giungono fino alle soglie del
presbiterio, troviamo: Il coro degli angeli cantori e musici, San
Giuseppe con il giglio e San Pietro con le chiavi del Regno, La
Madonna con Sant'Ignazio e i santi gesuiti, L'arcangelo Michele con
la spada e lo scudo e l'arcangelo Gabriele con il giglio. I colori
chiari fanno pensare che il pittore, come tipico dell'arte
tardo-ottocentesca, abbia scelto di ispirarsi ad un modello pittorico del
passato, in questo caso, quello rinascimentale.
Presbiterio
Un gradino di dislivello e un
lieve restringimento della campata segnalano la presenza del presbiterio in
fondo alla navata. L'altare maggiore risale al 1716; vi si
accede salendo cinque gradini di marmo rosso a sfumature bianche, con
tarsie di marmo giallo e nero. La mensa decorata con curve rococò è
dominata da un
ciborio:
la parte inferiore consta nel
tabernacolo (porticina coperta di tessuto rosso) con innestata una croce
lungo la quale si avvinghiano dei tralci di metallo con sembianze vegetali.
Un vano è descritto da sei colonnine: dentro viene esposto il
SS.Sacramento. Le colonnine sostengono inoltre una cupola di marmo
rosso. Intorno allo zoccolo, le statue dei quattro evangelisti, e la Madonna
col bambino al centro. Inoltre quattro statue, alte "sei piedi",
torreggiano, e sono a destra
San Stanislao Kostka e
San Francesco Borgia col teschio, mentre a sinistra
San Francesco Saverio e
San Luigi Gonzaga.
Il tutto è opera di
Pasquale Lazzarini.
Ai piedi dell'altare stanno 2 candelabri in marmo
coevi. Sulla parete di fondo
campeggia l'affresco di Cristoph Tausch, incorniciato
da sei maestose colonne dipinte,
che raffigura
la Gloria di
Sant'Ignazio. Sotto le finestre vi sono
4 medaglioni: è probabile
che raffigurino i
Padri della Chiesa (i santi Girolamo, Agostino, Gregorio Magno ed
Ambrogio). Le pareti sono ornate dalle scene della Vita di Sant'Ignazio,
lascito del pittore ottocentesco veneziano
Eugenio Moretti Larese, che le dipinse forse nel
1858. Sotto le
finestre laterali del presbiterio sono quattro cartigli decorati con motivi
vegetali, che fanno da cornice a tre episodi di vita del santo. Le tre
lampade risalgono al XVII secolo.
Cappella dell'Arcangelo Raffaele
Si tratta della
1°a cappella a
sinistra, guardando dal presbiterio. Contiene l'altare dedicato
all'arcangelo Raffaele nel 1743 da
Giovanni Battista della Torre. È costituito da una mensa rettangolare ornata
con putti e motivi a fogliame intrecciato. La parte superiore si compone di
4 colonne marmoree bianche, che sostengono un frontone spezzato con
seduti due angeli. Vi è una pala raffigurante l'Arcangelo Raffaele con
Tobia, con al fianco alcune statue di putti.
L'affresco sulla volta
raffigura il Sacro Cuore di Maria eseguito nel
1931
da
Tiburzio Donadon.
Cappella di Santa Barbara
È la
2° cappella a sinistra, guardando sempre dal
presbiterio. Contiene un altare settecentesco, appunto dedicato
a
Santa Barbara, che si compone di
2 colonne di marmo nero portanti un cornicione su cui
spiccano 2 angeli.
La mensa è impreziosita da motivi
geometrici in marmo policromo.
2 angioletti sostengono un anagramma di Maria. La
pala, di
Raffaele Pich, è del 1861,
quindi certo non quella originale, della cui sorte nulla si sa. La
santa, raffiguratavi in atteggiamento solenne, ha in mano il calice con
l'eucaristia e la spada con cui il padre la decapitò.
I colori ricordano il manierismo italiano.
Sul soffitto vi è un affresco raffigurante Le
Stimmate di S.Francesco.
Cappella di San Giuseppe
L'altare di S.Giuseppe, attribuito
ai Pacassi, contenuto in questa cappella, la terza a sinistra per chi guarda
dal presbiterio, è un manufatto in marmo di grande pregio. Si sa che fu
fatto erigere nel 1685 dalla famiglia Cobenzl che spese 1248 fiorini renani
guadagnandosi di poter avere una tomba famigliare in questa
cappella. L'altare presenta la mensa riccamente decorata, è costituito di un
sofisticato alternarsi di colonne e altri elementi architettonici con
effetti illusionistici. Oltre a due colonne esterne, ve n'è
sono due con tarsie
diagonali di marmi policromi. Sulla cimasa, lo stemma dei Cobenzl con due
angeli in cima. La pala del Transito di San Giuseppe risale al XVII
secolo. Il soffitto è affrescato con la Fuga in Egitto, Dio Padre
e la Presentazione al tempio.
Cappella di San Francesco Saverio
L'altare, contenuto nella prima
cappella a destra guardando dal presbiterio, fu innalzato con un lascito del
conte Germanico della Torre nel 1686, la cimasa lo ricorda portando
lo stemma della casata. È in marmo di più colori, presenta anche numerosi
intarsi geometrici affini all'altare di San Giuseppe. Ospita un'antica pala
forse tolta da un precedente altare in legno, raffigurante San Francesco
Saverio mentre cura gli appestati. Tale altare è l'unico laterale dotato
di tabernacolo, in marmo, eseguito nel 1719 da Pasquale Lazzarini, e costato
160 fiorini. La pala
è di Clemente Del Neri, del 1920;
sul soffitto vi sono tre
piccoli affreschi.
Il pulpito
Tra la precedente cappella e quella
successiva, dedicata alla Santa Croce, si trova un pulpito. Esso fu eseguito
di marmo bianco di Carrara e marmo verde siciliano, nel 1750. Varie
decorazioni ornano il manufatto: una, in rame, racchiude il monogramma di
Gesù in lapislazzuli. Vi sono inoltre statue raffiguranti San
Pietro e San Paolo
attribuite a Pietro Baratta.
Cappella della Santa Croce
L’omonimo altare contenutovi fu
innalzato nel 1764 dal conte Nicolò di Strassoldo,
il quale
sostituisce
quello
eretto nel 1681 dai Della Torre che venne trasportato nella chiesa di San Pietro.
Porta sculture
rappresentanti i simboli delle tre
virtù teologali:
croce e
calice della Fede, l’Ancora della Speranza, e la Carità
con due bambini in
braccio. La pala d’altare raffigura una Deposizione dalla croce,
attribuita a
Franz Lichtenreiter
e ispirata a
una stampa di Louis Desplaces che riprodusse un dipinto di Jean Jovenet
conservato al Louvre. Sul
soffitto, Carlo Borromeo distribuisce la comunione agli appestati. Per terra
lapide sepolcrale del committente dell’altare e della sua famiglia.
Cappella dell’Immacolata
Ospita un altare eretto nel 1736.
Consta di cimasa ornata da angioletti, sostenuta da quattro colonne in marmo
africano. La mensa è decorata con tralci e putti.
Nell’altare, una tela
raffigurante l’Immacolata, di un pittore di Graz ispiratosi al Pozzo e sul
soffitto un affresco raffigurante il Sacro Cuore di Gesù.
Il coro
Il soffitto sotto il coro
raffigura Santa Cecilia che suona l’organo.
Le cappelle laterali sono
decorate, con la via Crucis. La cantoria ospita l’organo, risalente al
1932 ed è opera della ditta "Beniamino Zanin e figli". Numerosi
organi si sono susseguiti prima di questo, del primo si ha notizia già nel
1634.
Degne di nota sono ancora le
2
sagrestie, con pregevole mobilio d’epoca, il sepolcro dove giacciono i padri
gesuiti, e le campane, 2 per
campanile, risalenti una al 1874, due al 1947,
una al 1962; esse sono intonate in RE bemolle, MI bemolle, FA e LA.
Gli arredi sacri sono
settecenteschi come le panche della chiesa. |