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I
NORVEGESI |
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Origine
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L’origine si perde nella notte dei tempi della gelida e lontana
Norvegia...
Ogni particolare morfologico del gatto norvegese è il
risultato della selezione naturale e dell'adattamento alle difficili
condizioni climatiche. Le grandi foreste della penisola scandinava,
dove per sei mesi l’anno la temperatura scende a 20 gradi sotto lo zero,
sono state lo scenario in cui si e' formato lo "SkogKatt" o meglio, come
il nome originale suggerisce, "NORSK SKAUKATT", che significa "gatto dei
boschi".
La lotta per la sopravvivenza al clima così rigido ha
privilegiato i soggetti non solo più forti e agili, ma anche più furbi
e intelligenti.
La spiegazione biologica (la piu' plausibile) dell'apparizione e la
grande diffusione dei gatti dei boschi e' che i loro antenati erano molto
probabilmente gatti a pelo corto del sud Europa e si diffusero in
Norvegia cosi' come nel resto del continente in epoca preistorica.
Attraverso la selezione naturale che ha funzionato tenendo conto delle
differenti e cosi' ostili condizioni climatiche della Norvegia, sono
sopravvissuti solo gli individui con pelo fitto e altri adattamenti a
questo ambiente gelido.
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Caratteristiche morfologiche
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L'essere esposti per generazioni al clima nordico, ha dato al mantello
di questi gatti delle particolari caratteristiche di resistenza alle
intemperie.
Un folto sottopelo lanoso mantiene la temperatura corporea, coadiuvato
dall'invernale ispessimento cutaneo, mentre il pelo superficiale grasso
ed impermeabile protegge l'animale dalla pioggia e dal ghiaccio.
Il mantello si allunga verso le zampe posteriori dove, ricco e abbondante,
forma ampi calzoncini (detti alla zuava"privi di pelo dominante.
La coda è molto lunga e folta.
Il suo passo nella neve è, inoltre, favorito dalla leggera palmatura
dei piedi, che sono larghi e forti con lunghi ciuffi di pelo che
fuoriescono tra le dita.
La maggior altezza delle zampe posteriori rispetto a quelle anteriori,
gli impedisce di sprofondare nella neve, proteggendo così il ventre dal
gelido contatto con il suolo.
Unghie potentissime assieme alla forte ed agile muscolatura gli consentono di
arrampicarsi ovunque, persino sulle rocce.
E' così saldamente artigliato al tronco degli alberi, che addirittura
può scendere come una freccia, a testa in giù.
La testa del Norvegese è triangolare, con
mento forte e profilo diritto senza stop,
e poiché ogni caratteristica morfologica è la soluzione ai problemi
dell'habitat naturale, la lunga canna nasale, tipica di questa razza,
è necessaria per far arrivare riscaldata l'aria nei polmoni.
Le orecchie sono grandi, alte sul cranio e larghe alla base.
Lunghi ciuffi di pelo ne arricchiscono il margine interno, fino alla
punta guarnita da un ciuffetto.
Il pelo delle guance scende, formando sul petto una folta
gorgiera simile
a una grande barba.
Gli occhi sono grandi, ben distanziati e leggermente obliqui;
nel suo insieme è un gatto grande e muscoloso ma elegante.
A livello agonistico, la qualità della pelliccia è prioritaria rispetto
al disegno ed ai colori, che sono tutti ammessi con o senza bianco, e divisi
in nove gruppi.
Particolarmente rilevante è la muta estiva, durante la quale
il gatto norvegese perde completamente il sottopelo.
La sua acuta intelligenza e la particolare capacità di adattamento,
lo ha portato ad inserirsi con facilità nella vita domestica e, decadendo le
finalità della caccia e della sopravvivenza, ha trasformato e adattato le
sue straordinarie doti finalizzandole all'apprendimento di qualsiasi tecnica che
lo favorisca nella sua indipendenza.
Apre facilmente porte e frigoriferi, allegro e giocherellone inventa giuochi
predatori con balzi ed agguati senza però, danneggiare nulla.
Spesso adora l'acqua tanto da rimanere incantato a guardare il filo
d'acqua che scende dal rubinetto, ad improvvisare giochi d'astuzia nel pescare
il giochino fatto cadere volutamente nella ciotola dove di solito va a bere..
i più temerari adorano tuffarsi nella vasca quando il proprietario fa il bagno!!
Il Norvegese emana un’impressione di forza e tranquillità.
I maschi che arrivano a pesare intorno ai sette/otto chili sono molto
più imponenti delle femmine il cui peso si aggira intorno ai cinque/sei chili.
Creatura splendida, rappresentante di una delle poche razze naturali e perciò
strenuamente difesa dalla Federazione Felina Norvegese, che non ammette
riconoscimento di novizi e impone che i pedigree siano di sicura origine norvegese.
Dunque, gatti D.O.C!
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Carattere
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Riguardo al carattere, il
Gatto delle Foreste Norvegesi non assomiglia
affatto ad altre razze!!
Nonostante il suo aspetto imponete e selvaggio che fa pensare ad un animale
piuttosto aggressivo è invece estremamente affettuoso e dolce con
uno straordinario equilibrio psicologico. E' un gatto molto vivace, forte,
molto sicuro di se, il suo temperamento e spesso deciso, coraggioso e temerario!
E' un animale socievole, molto giocherellone, ama la presenza
di altri gatti in casa e accetta tranquillamente altri animali.
E'un gatto particolarmente adatto ai bambini con i quali riesce a
stabilire un ottima intesa.
Viene spesso consigliato dai medici nel trattamento della PET TERAPY
proprio per il suo carattere così equilibrato.
Non gli piace sentirsi comandato e vuole essere trattato alla pari.
E' un animale gregario, non ama la solitudine e si lega moltissimo ai membri della
famiglia.
Il Norvegese non è adatto a persone che stanno per troppe ore fuori casa
perché soffre terribilmente la solitudine, in questo caso è consigliabile
dargli la possibilita' di poter
avere un compagno (non è necessario che sia un gatto di razza
con cui giocare... ricordate comunque, nel caso decidiate di inserire un
nuovo gatto, di fargli fare un checkup dal veterinario prima di
portarlo a casa.)
Difficilmente è un gatto che diventa nervoso o aggressivo: accetta
ogni cambiamento con una sorprendente serenità, e si adatta facilmente
alle nuove situazioni.
E' rustico, robusto e sportivo, di straordinaria flessuosità, ottimo
arrampicatore e cacciatore.
La sua voce è melodiosa.. sorprende sempre per la capacità di modulare
i miagolii in base a quello che vuole farci capire.
Vive bene in appartamento e ama stare in alto dove può dominare il territorio.
Per il suo benessere psicofisico è bene dargli la possibilità di sfogarsi
su un alberello tiragraffi piuttosto alto che gli permette di fare della
sana ginnastica per irrobustire la muscolatura, soddisfare i suoi istinti
ancestrali e arrotarsi le unghie risparmiando l'arredamento.
Come animali da allevamento i Norvegesi sono robusti, sani e non complicati.
Apprezzano l'interesse del proprietario nei momenti salienti della loro vita,
come l'accoppiamento o il parto, pur cavandosela facilmente da soli.
L'intelligenza del Gatto delle Foreste Norvegesi e il suo comportamento
energico e vivace ovviamente esigono alcune attenzioni da parte del suo
proprietario, affinché il gatto possa svilupparsi vigorosamente sia
fisicamente che mentalmente.
Il Norvegese ama imparare giocando.
Impara velocemente a camminare al guinzaglio, il gioco
del riporto e qualsiasi altro gioco che il suo
interlocutore gli insegna con amore.
Se vi assicurerete che il gatto abbia qualcosa con cui giocare e che tenga
sempre in esercizio i suoi muscoli, la vostra ricompensa sarà un amico felice,
bello ed interessante sia per gli adulti che per i bambini,
anche in eta' matura e in vecchiaia. |
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Leggende, credenze popolari e curiosita' |
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Questi gatti da favola erano protagonisti di molte storie raccontate tra
i popoli nordici, compaiono anche nelle leggende vichinghe, secondo le
quali, essi accompagnavano i marinai durante le navigazioni per
proteggere le stive dagli assalti dei topi. I Vichinghi, ardimentoso
popolo amante dell'avventura, furono i primi ad intrecciare grandi reti
commerciali che collegarono l'intero bacino mediterraneo all'Atlantico
ed al nord Europa.
E' quindi logico dedurre che la diffusione di alcune razze feline
morfologicamente simili al norvegese, sia retaggio delle peregrinazioni
delle loro navi. Si crede infatti che questa sia la spiegazione del gran
numero di gatti semiselvatici a pelo semilungo trovati in Normandia e
persino negli USA.
Molti tendono a pensare che il
gatto della favola "Il Gatto con gli Stivali" fosse un Norvegese delle
Foreste.
La notizia più divertente che riguarda questa razza, autentica anche se
non precisamente databile, riguarda le specifiche
funzioni affidate ai
gatti delle foreste dal governo danese durante i trasporti postali.
Erano incaricati della protezione delle merci preziose, dei plichi e
dispacci dalla sistematica distruzione dei topi.
Bisogna arrivare al 1965 perché questi gatti, considerati "ufficiali postali",
siano cancellati dai registri governativi.
Intorno al 1220, Snorri Sturluson (poeta, storiografo e
studioso, ma anche abilissimo e affascinante narratore di miti e
leggende) scrisse l' EDDA (significa bisnonna), testo fondamentale per
la conoscenza del patrimonio mitologico nordico e del credo religioso
della Scandinavia pagana, nel quale vengono citati dei grossi gatti a
pelo lungo associandoli a due notissime divinità nordiche: Thor e Freya.
Thor, il dio del tuono, durante i suoi vagabondaggi dovette superare una
prova di forza che consisteva nel sollevare un gatto molto grosso,
talmente grosso che solo grazie al suo esagerato vigore riusci'
nell'impresa.
La bellissima Freya, dea dell'amore e della fertilita', viaggiava sul
suo carro d'oro elargendo abbondanza e prosperita'. Il suo carro era
trainato da una coppia di gatti a pelo lungo maestosi e superbi.
I gatti, uno bianco ed uno nero, rappresentano i due aspetti
della notte che, nella crescita luminosa e nel buio declino della luna,
rispecchiano l'evolversi e il rinnovarsi della Natura;
essi sono maschio e
femmina poiche' senza i due sessi non c'e' la vita.
Nella mitologia germanica, il dio Odino concede alla dea un potere
illimitato su nove mondi, le nove sfere create dagli dei (nelle scienze
medioevali, ritroviamo i nove piani delle stelle tra i quali è compresa
la superficie della terra). Nell'antico simbolismo, Freya vola con il
suo tiro di gatti attraverso questi piani e lungo le strade di cristallo
di sette pianeti per recarsi in tutti i mondi dove regnano l'amore e la
vita. Freya, per il bene di tutti gli esseri viventi, regola i raggi del
sole e la pioggia determinando la fertilita' della terra.
Ancora
oggi, nella credenza popolare mitteleuropea, i gatti vengono collegati
ai fenomeni atmosferici.
La dolce Freya, signora dei nove mondi, era la protettrice delle nozze e,
per ingraziarsela, la novella sposa doveva nutrire il gatto di casa con
cibi particolari per essere certa del bel tempo nelle ore di festa.
Anche il dono di un gatto era molto apprezzato dagli sposi quale
precursore di doni celesti. Nella nuova casa i novelli sposi dovevano
preparare una ciotola di latte fresco e se il gatto correva subito a
berlo, era segno che nella casa vi era gia' uno spirito buono.
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Classificazione |
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La prima data storicamente certa sul Gatto
Norvegese delle Foreste e' il 1559, quando Peter Clauson Friis, prete e
naturalista
danese che visse a lungo in Norvegia, lo classifico' per la prima
volta.
Divise le linci in tre classi: la lince-lupo, la lince-volpe e
la lince-gatto. Piu' tardi fu chiaro che tutte le linci norvegesi
appartenevano alla stessa classe. Quello che Peter Clausson Friis
chiamava lince-gatto era proprio il nostro Norvegese!
E'
decisamente possibile, dato che anche al giorno d'oggi si riscontrano
molte similitudini tra la lince e lo Skogkatt. Le più evidenti
somiglianze che entrambi i felini manifestano sono indubbiamente la
grossa stazza, sono dotati di zampe alte, la lunga criniera e i
ciuffi
di pelo sulle orecchie. Inoltre, entrambi amano l'acqua e sono molte le
storie che parlano di gatti dei boschi capaci di prendere pesci nei
laghi e nei ruscelli, esattamente come le linci. Sono state queste
analogie, tra il Gatto Norvegese delle Foreste e la lince, che hanno
stimolato un profondo interesse, infatti nei villaggi si pensava che
fosse un ibrido tra cane e gatto o che fosse una mezza lince, e questa
superba peculiarita' lo differenziava a tal punto dagli altri gatti che
veniva menzionato spesso in antiche leggende popolari.
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Letteratura |
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Questi gatti fanno tuttora parte della cultura e del folklore dei paesi
nordici;
raccolte di favole popolari che hanno come protagonista lo "SkogKatt",
un gatto fata dai poteri straordinari, sono lette in tutte le scuole e
sono considerate patrimonio letterario.
Nel 1841 venne pubblicata l'opera "Favole popolari norvegesi" scritto da
Asbjornsen e Moe.
Nella collezione, poc'anzi citata, lo si trova numerose volte dove viene
chiamato "Huldrekat" ("huldre" = ninfa del bosco). Nel glossario un
"huldrekat" viene descritto come un gatto dei boschi con una coda spessa
e folta.
Nel 1912 l'autore norvegese Gabriel Scott scrisse un popolarissimo
libro per bambini intitolato "Sølvfaks" (= "Silver-fax") il
protagonista della storia e' un gatto dei boschi chiamato appunto Sølvfaks.
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Programma di
allevamento: razza salvata da estinzione certa!
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Nonostante i meriti culturali,
questi bellissimi gatti sarebbero
scomparsi se alcuni appassionati catofili non si fossero accorti del
pericolo che incombeva sulla purezza della razza.
L'ampliamento suburbano che aveva, causato massicci disboscamenti, con
conseguente alterazione dell'equilibrio ambientale, aveva, infatti, spinto
i gatti delle foreste verso i centri urbani dando luogo ad un'inevitabile
promiscuità con i domestici gatti a pelo corto.
Questi incroci avrebbero portato in breve all'estinzione della razza,
per
la dominanza dei caratteri genetici del pelo corto su quello lungo.
L'interesse per la sorte del gatto nazionale cominciò però ad accendersi
nel 1943 quando fu pubblicato in Norvegia un libro intitolato" I gatti,
animali selvatici e amici domestici" di A. Reidar e K. Lund nel quale
si trattavano le basi per l'allevamento del norvegese, la ricerca di
soggetti assolutamente puri diventò il punto fermo degli appassionati
che lanciarono una vera e propria crociata per la salvezza della razza.
Lo Skogkatt ha sviluppato caratteristiche uniche nel mondo felino.
Con il tempo, l'allevamento selettivo ha solo esaltato le caratteristiche
morfologiche naturali del gatto e ha voluto ridare alla razza
un'originale identita'.
La selezione indotta, allungando il corpo, la
coda e il muso, lo ha anche ben differenziato dalle altre razze come il
Mainecoon e l'Angora
Turco con le quali veniva spesso confuso.
Il
Norvegese viene ufficialmente riconosciuto in patria alla fine degli
anni '30. Allora, pero' l'Europa stava entrando in uno dei suoi periodi
piu' travagliati, la seconda guerra mondiale, e anche lo sviluppo di
questa razza non fu agevolato perche' la chiusura delle frontiere,
e la scelta di sottoporre a quarantena gli animali in entrata e in
uscita dalla Scandinavia, impedirono la divulgazione e lo scambio
di notizie su questi gatti.
L'isolamento, ovviamente, determino' un progressivo impoverimento del
patrimonio genetico della razza, che negli anni '50 subi' un vero e
proprio tracollo.
Tuttavia solo verso gli anni '70, con l’incombente
pericolo d’estinzione (tra le cause, l’estensione delle città e la
diffusione di gatti a pelo corto), furono messi a punto dei programmi di
allevamento.
I primi rappresentanti di quest’affascinante razza
comparvero in esposizione nel 1969. Dovremo pero' aspettare il 1973,
quando H. Nordane ed E. Runas della Federazione Felina Norvegese
iniziarono il primo serio programma di selezione ed allevamento.
Nel
1974 viene registrata al libro origine norvegese la prima coppia di nome
Pippa e Truls che da' vita ai primi cuccioli. Nel dicembre 1975,
allevatori entusiasti fondarono il Norsk Skogkattring (Club dei Gatti
delle Foreste Norvegesi) che decreto' a questa meravigliosa razza un
successo inaspettato.. Ci si trovava, pero', davanti a moltissimo lavoro
per trovare gli esemplari adatti all'allevamento, assicurandosi che il
pool genetico fosse abbastanza ampio per tenere la razza lontana dai
rischi degli accoppiamenti tra consanguinei.
Questo lavoro e'
continuato in Scandinavia fino al 1990, quando si è deciso di smettere
di riconoscere nuovi animali provenienti dalle campagne e dai boschi: i
cosiddetti "novizi". Due anni piu' tardi, nel 1977, il riconoscimento
ufficiale da parte della Federazione Internazionale (F.I.Fe), gli
assicuro' la consacrazione nel mondo felino.
Nel 1984 allevatori
americani aderenti alla T.I.C.A. (The International cat Association)
stabilirono lo standard della razza.
Nel 1987 anche il C.F.A.
(Cat Fancier’s Association) registro' il suo primo Norvegese e sei anni piu'
tardi la razza venne riconosciuta ufficialmente e lo standard definito.
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Pionieri
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Tra i pionieri i due piu' ricordati sono
Else Nylund (nome di
allevamento "Pan"), e Randi e Arild Grotterød che hanno
dato grande contributo alla razza col loro allevamento
"Torvmyra".
La ragione per cui questi due allevamenti
sono particolarmente ricordati e' che vengono ancora allevati gatti
sotto questi nomi, ed e' a tutt'oggi praticamente impossibile trovare un
gatto nel cui pedigree non ci sia da qualche parte lungo le linee di
parentela un antenato che provenga da "Pan" o "Torvmyra".
Altri allevatori, che per una ragione o per l'altra hanno smesso di
allevare Norvegesi, ma la cui influenza puo' essere chiaramente notata
nella razza cosi' come ci appare oggi, hanno allevato con gli affissi
"Colosseum", "av Baune" e "Pjewiks Forest".
I pionieri norvegesi furono
presto affiancati da allevatori danesi, come Vibeke Poulsen
("Dovregubben"), e Dortemarie Kaplers ("Guldfakse").
Ormai nessuno di
questi due allevamenti sta producendo Norvegesi. Vibeke Poulsen fu la
proprietaria del primissimo Norvegese arrivato in Danimarca, il cui nome
e' Norwegian Wood's April Dream, chiamata col nomignolo di "Sidser".
Sidser fu riconosciuta come Gatto delle Foreste Norvegesi in una
esposizione in Danimarca, e mori' all'eta' di 16 anni. Il riconoscimento
di Sidser diede inizio a tutto.
Parecchi gatti furono importati in un
breve lasso di tempo. I piu' conosciuti ancora oggi sono tre maschi,
piuttosto anzianotti. Il piu' vecchio, nato nel 1980, fu IC Røde Peer.
Dopo di lui arrivo' il GIC & EP Torvmyra's Grand Soltario. Il piu' amato
dei tre fu EC Colosseum's Gustav Graah, Merito Distinto, nato nel maggio
1981. Questi tre stalloni non sono ovviamente piu' attivi da molto tempo,
e solo Torvmyra's Grand Soltario e' ancora vivo, ma tutti loro hanno
grandemente contribuito allo sviluppo della razza in Danimarca e alla
sua diffusione in Europa.
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Standard |
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Taglia |
Grande |
Testa |
Forma triangolare, dove tutti i lati hanno lunghezza uguale, di
buona altezza quando vista di profilo, fronte leggermente arrotondata
e profilo dritto senza alcuna interruzione (nessuno stop) |
Mento |
Forte |
Orecchie |
Grandi, con buona larghezza alla base, appuntite, con ciuffetti
simili a quelli della lince e lunghi peli che fuoriescono. Piazzate
alte e aperte, in modo che la linea esterna dell'orecchio segua la
linea della testa giu' fino al mento |
Occhi |
Grandi e di forma ovale, ben aperti e piazzati leggermente
obliqui. Espressione attenta. Tutti i colori sono permessi
indipendentemente dal colore del mantello |
Struttura del corpo |
Corpo lungo, di costruzione robusta e con solida struttura ossea
|
Zampe |
Robuste, alte, con zampe posteriori piu' lunghe delle anteriori.
Piedi grandi, arrotondati e proporzionati alle zampe |
Coda |
Lunga e fornita di pelo, dovrebbe raggiungere per lo meno le
scapole, ma preferibilmente arrivare al collo |
Struttura del mantello |
Pelo semilungo. Il sottopelo lanoso e' ricoperto da un pelo di
copertura lucido e idrorepellente che e' formato da peli lunghi,
grossi e lucidi che coprono la schiena e i fianchi. Un gatto in pieno
pelo ha una gorgiera, una criniera completa e pantaloncini sulle
zampe posteriori |
Colore |
Tutti i colori sono permessi, incluse tutte le varieta' con
bianco, sono esclusi i disegni di tipo point (siamese) e i colori
chocolate, lilac, cinnamon e fawn. Qualunque quantita' di bianco e'
permessa, per esempio: una giacchetta bianca, macchie bianche sulla
schiena, sulla cassa toracica o sulla pancia, piedi bianchi... |
Difetti
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Generali |
Gatto troppo piccolo o di struttura sottile |
Testa |
Rotonda o quadrata, profilo con interruzione (stop) |
Orecchie |
Piccole, piazzate troppo basse, piazzate troppo vicine tra loro
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Zampe |
Corte, sottili |
Coda |
Corta |
Mantello |
Mantello secco, annodato, troppo setoso |
Tabella del punteggio (FIFe) |
Totale |
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100 |
Testa |
Forma generale, naso, profilo, morso e denti, mento
|
20 |
Orecchie |
Forma, dimensioni e piazzamento |
10 |
Occhi |
Forma, espressione |
5 |
Corpo |
Forma, dimensioni, struttura ossea, zampe,
dimensioni dei piedi |
25 |
Coda |
Lunghezza e forma |
10 |
Mantello |
Qualita' e tessitura |
25 |
Condizione |
toelettatura |
5 |
Note |
Il mantello e' valutato solo per
tessitura e qualita'. Nel giudizio si dovrebbe tenere conto della
maturazione molto lenta di questa razza. I maschi maturi devono
avere la testa piu' larga di quella delle femmine. La lunghezza
del pelo e la densita' della pelliccia variano con la stagione. I
cuccioli possono richiedere piu' di sei mesi per sviluppare il
pelo di copertura |
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